Come perdere peso dopo il parto? La risposta arriva dalla genetica

Come perdere peso dopo il parto? La risposta arriva dalla genetica

Con gdiet basta un esame del DNA in farmacia dopodiché tutto avviene online

Estate tempo di diete per tutti. Soprattutto per chi ha partorito verso la fine dello scorso anno o all´inizio di quello in corso. All´incirca dopo 5-6 mesi dal parto, infatti, la neo-mamma che, nonostante l´allattamento, non sia ancora riuscita a perdere i chili accumulati durante la gravidanza, da oggi può finalmente provare gdiet, una dieta che non necessita di integrazione farmacologica e che si basa esclusivamente sulle proprie caratteristiche genetiche.
Un recente studio della Stanford University su un campione di 141 donne in sovrappeso ha dimostrato che le diete per perdere peso basate sul nostro patrimonio genetico sono le più efficaci e durature. Per determinare il più corretto programma nutrizionale personalizzato oggi c’è gdiet, il primo “DNA personal test” frutto della più avanzata ricerca nutrigenetica che nasce dai laboratori g&life nell’AREA Science Park, in collaborazione con l’Università di Trieste.
Il metabolismo e le abitudini di vita sono in gran parte dettate dal DNA. Con il test gdiet Life Plan, per la prima volta, è possibile determinare a casa propria la dieta ideale in base al patrimonio genetico, alla percezione gustativa, alle preferenze alimentari e allo stile di vita di ognuno. Basta raccogliere il campione di saliva su un tampone, valutare la sensibilità all’amaro con le apposite cartine, rispondere al questionario e spedire tutto ai laboratori gdiet di g&life. L’assistenza è garantita dal team di esperti che rispondono sia al telefono sia via e-mail.
Con gdiet il peso forma si raggiunge e mantiene mangiando ciò che piace. Parola di Bianca Del Carretto, medaglia d’oro nella spada a squadre ai Mondiali 2009.
gdiet inoltre può essere un ottimo “agente segreto” per rivelare predisposizioni a sviluppare patologie come diabete e malattie cardiovascolari. Ogni anno in Italia si aggiungono circa 100 mila nuovi malati di diabete, che in un caso su tre non sanno di esserlo. Per ridurre i rischi servono la diagnosi precoce e la prevenzione, che comincia anche a tavola con una dieta basata sul proprio DNA.