Piatti in melamina

piatti-melamina

Conosciamo un oggetto di uso quotidiano

Melamina, questa sconosciuta

Mai sentito parlare della melamina? Balzata agli onori, anzi agli “orrori” delle cronache alcuni anni fa, per lo scandalo del latte artificiale adulterato che fece almeno sei morti in Cina, la melamina è in realtà una sostanza molto versatile e dai molteplici utilizzi. Si tratta di una molecola, contenente diversi atomi di azoto, che ha la capacità di “polimerizzare”, ossia di creare legami tra una particella e l´altra formando i cosiddetti “polimeri”, un tipo di materiale plastico. In particolare, le resine melaminiche – che sono termoindurenti, cioè non fondono col calore, anzi induriscono – sono molto utilizzate per la produzione di piatti e contenitori da cucina, proprio in virtù della loro economicità e resistenza.

Chi ha un bambino in casa, molto probabilmente ha anche alcuni piatti in melamina che utilizza per dargli da mangiare: sono piatti belli, colorati, dei decori accattivanti, leggeri ed infrangibili, il che li rende adatti ad essere maneggiati in tutta sicurezza anche dai più piccini.

Ma se i piatti in melamina sono sicuri perchè non si rompono, rischiando di ferire il bambino come può accadere con un normale piatto di porcellana o di vetro, non è detto che il loro utilizzo sia altrettanto sicuro dal punto di vista della salute.

Infatti, un recente studio scientifico ha gettato nuove ombre sulle possibili conseguenze a lungo termine che l´utilizzo dei piatti in melamina può causare, soprattutto per la somministrazione di pietanze calde, come le minestre.

Uno studio scientifico

Pubblicato sulla rivista scientifica Jama International Medicine, lo studio è stato condotto dal ricercatore Chia-Fang Wu, dell´Università di Kaohsiung (Taiwan) e ha coinvolto per sei settimane un campione di dodici volontari. A metà delle persone sono stati serviti pasti caldi utilizzando stoviglie di porcellana, mentre all´altra metà le stesse pietanze sono state somministrate utilizzando piatti in melamina; dopo tre settimane, i due gruppi sono stati invertiti e lo studio è proseguito per altri ventuno giorni, per confermare ulteriormente i dati ottenuti.

La quantità di melamina introdotta con i pasti è stata misurata semplicemente controllando la concentrazione di questa sostanza nelle urine dei volontari, analizzandole ad intervalli regolari nelle dodici ore successive al pasto. I risultati ottenuti sono stati chiari ed incontrovertibili: chi aveva mangiato utilizzando i piatti di melamina presentava nelle urine una concentrazione media di sostanza pari a 8.35 microgrammi, contro soltanto 1,31 microgrammi misurati, in media, per i volontari che avevano utilizzato le stoviglie in ceramica.

Ma non solo: i valori si impennavano in particolare quando venivano serviti nei piatti in melamina cibi molto caldi oppure acidi, segno che il calore e l´acidità risultano particolarmente efficaci nell´estrarre la sostanza incriminata dalla plastica del piatto, anche se le quantità estratte sono risultate estremamente variabili tra una marca e l´altra delle stoviglie utilizzate.

Quali conseguenze?

La presenza di melamina nelle resine plastiche ad uso alimentare è permessa dalla legge: l´EFSA, l´Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ne ha fissato i limiti entro i 2,5 milligrammi per chilogrammo di plastica prodotta, abbassando notevolmente la soglia precedentemente prevista, pari a ben 30 milligrammi per chilogrammo. E´ importante sottolineare che anche tuttii piatti in melamina, anche quelli eventualmente prodotti ed esportati da uno stato al di fuori della comunità europea, sono tenuti al rispetto di questi limiti, se vengono commercializzati nel nostro paese.

Purtroppo, le conseguenze sulla salute dell´introduzione di piccole quantità di melamina nell´organismo non sono state completamente chiarite. Di sicuro, un´alta quantità ingerita è tossica ed anche letale, come ha dimostrato il terribile fatto avvenuto in Cina alcuni anni fa. Tuttavia, non è possibile essere certi che piccole dosi assunte possano essere innocue: sembra, infatti, che alcuni tipi di batteri presenti nell´intestino dell´uomo possano convertire la melamina in acido cianurico, che, insieme alla melamina stessa ed ad altre sostanze, precipita facilmente, formando calcoli renali. Questo processo sembra essere in grado di generare notevoli quantità di calcoli renali anche a partire da piccole quantità di sostanza ingerita.

Lo studio, quindi, conclude sottolineando la necessità di utilizzare contenitori e stoviglie in melamina soltanto per servire o conservare i cibi freddi, preferendo per quelli caldi la porcellana o il vetro.

Ma niente paura: le resine melaminiche sono solamente uno dei tanti tipi di polimeri plastici utilizzati per produrre piatti e utensili da cucina. Esistono, infatti, molti altri tipi di materie plastiche utilizzate per produrre persino contenitori adatti al riscaldamento al microonde, e quindi innocui anche se utilizzati per servire pietanze molto calde.

L´unica accortezza da seguire per servire i pasti caldi ai nostri bimbi in tutta sicurezza, quindi, è utilizzare sempre e solo le stoviglie prodotte con materiali adatti a sopportare senza difficoltà le alte temperature.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*