La Sicilia, isola baciata tutto l’anno dal sole e dal mare azzurro e cristallino, troneggia incontrastata come l’isola più grande del Mediterraneo. Il simbolo della Trinacria che la contraddistingue da secoli, è simboleggiata da tre gambe che indicano le sue punte, coincidendo con capo Peloro a Nord-Est, capo Passero a Sud e capo Lilibeo a Ovest.
La Sicilia s’incastra nel Mare Nostrum come un diamante in un castone color turchese e da secoli tramanda antichissime tradizioni, frutto di invasioni e conquiste, dominazioni e scorrerie. Andare in Sicilia è come andare in gioielleria, bisogna solo scegliere il gioiello che più attira l’attenzione, offerto al visitatore dalla piacevolezza del suo popolo, da sempre aperto all’accoglienza.
Se vuoi vivere una vacanza completa, scopri quanto costa il traghetto per la Sicilia e imbarcati verso la destinazione isolana che preferisci e da cui potrai spostarti per immergerti e godere a pieno dei vari scenari che il territorio ha da offrire.
Tra Pupi e carretti
La Sicilia, la cui arte, cultura e incomparabile bellezza è rinomata in tutto il mondo, ha mille modi per incantare i suoi visitatori e fra questi c’è “l’Opera dei Pupi”, un tipo di teatro realizzato con le marionette, che trovò la sua massima espressione a partire dal 1800.
Le storie del Teatro dei Pupi, sono basate sul racconto di gesta cavalleresche medievali e rinascimentali, ricollegabili a lontane radici carolingie, ai tempi in cui i Paladini di Carlomagno, combattevano contro i Saraceni. Le marionette più preziose, sono quelle realizzate nel Settecento, mentre l’intera isola commercializza quelle costruite oggi, con prezzi accessibili a tutti.
L’Opera dei Pupi ha tre stili distinti: uno appartenente alla parte occidentale dell’isola e quindi a Palermo, un’altra che si rifà alla parte orientale e quindi a Catania e un’altra a sud, cioè a Siracusa.
Questi stili si differenziano fra di loro oltre che nel modo di costruire i Pupi, anche per una diversa concezione dello spettacolo teatrale. La tradizione palermitana è più stilizzata e semplice, quella catanese si basa su una teatralità che prevede una maggiore superficie di movimento e storie più tragiche, sentimentali e realistici, e quella siracusana, che canta storie di coraggio e di amore, coinvolge il pubblico in una partecipazione totale. In tutti i teatri dei Pupi riecheggiano duelli fra paladini coraggiosi, che difendono dame e dimore da infidi invasori e usurpatori.
Oltre al teatro dei Pupi, in Sicilia sono rappresentativi i “carretti siciliani”, finemente dipinti e intarsiati. I colori del tradizionale “Carretto siciliano” sono sempre molto vivaci e le sue linee custodiscono l’abilità degli artigiani che li realizzano. Ci vuole l’arte di un intagliatore, di un fabbro, di un “carradore”, di un “siddaru” che addobba l’asino o il mulo che lo traina ricoprendolo di ornamenti e di pennacchi, per completare quest’opera meravigliosa.
Le scene dipinte sui carretti, derivano da quelle dei Pupi, ma anche da vicende religiose e letterarie. All’origine tutto ciò aveva una funzione pratica, perché la pittura impermeabilizzava il legno del carretto e tutti quei colori attiravano l’attenzione dei compratori delle merci trasportate mentre le figure religiose fungevano da protezione contro la malasorte. In un carretto, anche le ruote sono arricchite da intagli, fiori, aquile, sirene e teste di paladino.