Bambino in braccio

Bambino in braccio

NEONATO IN BRACCIO SI O NO?

 

Diventare genitori non è mai stata una cosa semplice e purtroppo i piccoli non arrivano mai corredati di manuale delle istruzioni. Il buonsenso e l´istinto materno la maggior parte delle volte ci vengono incontro per aiutarci a fare le scelte giuste, senza troppo doverci affidare ai consigli e suggerimenti di cui ci sommergono parenti ed amici. Chissà quante volte vi sarete sentiti dire: “non prendere il bambino in braccio altrimenti prende il vizio”. A prescindere dal fatto che un neonato di pochi giorni non ha assolutamente la consapevolezza di cosa sia o non sia un vizio, non si capisce per quale assurdo motivo bisognerebbe negare al piccolo quel contatto fisico per lui indispensabile nel primo periodo della sua vita.
Negheremmo inoltre a noi stessi il piacere di coccolare la nostra creatura e di provare quelle meravigliose emozioni legate a questi piccoli attimi eterni. Il cucciolo d´uomo, come tutti gli altri cuccioli, necessita del contatto con la sua mamma, di sentire il calore del suo corpo e persino il battito del suo cuore, tutte cose che lo renderanno più sicuro e sereno. Non bisogna inoltre trascurare il fatto che un bambino tenuto in braccio, che ha quindi la possibilità di seguire la mamma nello svolgimento delle sue attività quotidiane, è sicuramente più stimolato rispetto ad un suo coetaneo che rimane per la maggior parte del tempo sdraiato nella sua culla. Sicuramente questo tipo di approccio alla genitorialità oltre a rispettare i sentimenti e le esigenze affettive del bambino lo rende anche più calmo e tranquillo. Stiamo ovviamente considerando un bambino nei primissimi mesi di vita e non di certo un bimbo di due anni che, anche solo per questioni di peso, non potrebbe ricevere lo stesso trattamento. Molto utili e comodi per avere comunque le mani libere quando abbiamo il bambino in braccio sono i marsupi che oggi sono sempre più comodi e sicuri.

Bambino in braccio

EDUCARE DOLCEMENTE AL DISTACCO

Tenere spesso un bambino in braccio non significa però doverlo tenere sempre in braccio, serve come in tutte le cose il giusto equilibrio. Anche se consideriamo del tutto naturale tenere il piccolo tra le nostre braccia, dovremo gradatamente abituarlo anche a passare del tempo da solo. Adagiamolo quindi nella sua culla o in una sdraietta comoda, inizialmente senza allontanarci da lui, mantenendo quindi il contatto visivo ed accarezzandolo. Se il bambino si mostra interessato a qualche giochino e riesce ad utilizzarlo con una certa autonomia potremmo anche permetterci di allontanarci un pochino, sempre stando attenti alle sue reazioni.
Accorrere quando il bambino piange, soprattutto quando è molto piccolo, non potrà mai essere considerato un vizio. Un neonato piange quando è ha disagio o per necessità, oppure semplicemente perché ha sentito un rumore un pochino più forte e si è spaventato. Per quale motivo non dovremmo consolarlo? Se noi fossimo a disagio o intristiti per un determinato motivo, saremmo di certo più contenti se qualcuno che amiamo ci abbracciasse e ci confortasse. Per il bambino è esattamente la stessa cosa. Quindi meglio ascoltare il proprio cuore e smetterla di preoccuparsi di viziare il proprio bambino.

PICCOLI BIMBI CRESCONO

Quando diventerà un po´ più grandicello non saremo probabilmente più in grado di prendere il bambino in braccio come lui, desidererebbe. E´ anche vero però che il bambino di tre o quattro anni è perfettamente in grado di capire quando la mamma gli spiega di non riuscire a sollevarlo perché ormai troppo “grande”. Forse non sarà d´accordo, ma capirà perfettamente. Meglio giocare allora proprio sul fatto che ormai è diventato un ometto, e che la mamma non ha sufficiente forza per sollevare un bimbo grande come lui.
L´orgoglio per essere stato considerato tale lo aiuterà in questo momento di passaggio. Se però, quando ci si trova comodamente seduti sul divano verrà ancora, e state certi che lo farà (per fortuna), a cercare coccole non dovrà certo essere rifiutato. Le carezze e la dolcezza, contrariamente a quanto alcuni purtroppo ancora oggi pensano, non “viziano” i bambini, ma li aiutano invece a crescere più sereni e con una maggiore sicurezza.