Dopo nove aborti spontanei, finalmente mamma

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Non sempre per combattere l´infertilità è necessario il ricorso alla fecondazione in vitro : questo quanto afferma Michael Jemec, specialista in medicina della riproduzione

Nove aborti spontanei e l´intenzione di affrontare persino la sterilizzazione pur di non dover continuamente affrontare il dolore di non riuscire a diventare mamma. Poi finalmente, alcuni mesi fa, ha dato alla luce uno splendido maschietto.
È il caso di una donna di 35 anni che si è rivolta al centro internazionale per la riproduzione ProCrea di Lugano, in Svizzera. «Una situazione complessa e, per certi versi, disperata che si è felicemente risolta grazie ad un approccio multidisciplinare», ricorda Michael Jemec, specialista in medicina della riproduzione. «Davanti ad un´apparente assenza di cause specifiche, è stato difficile ricostruire il suo quadro clinico ed arrivare ad una gravidanza in modo naturale».
Tutto è iniziato nei primi mesi del 2010, quando la trentacinquenne si è rivolta a ProCrea, prima di intraprendere la strada definitiva della sterilizzazione. «La sua situazione sembrava abbastanza grave: le analisi a cui si era sottoposta non permettevano di inquadrare il suo caso dal punto di vista clinico e gli otto aborti spontanei, fino ad allora avuti, erano un sintomo preoccupante», spiega Giuditta Filippini, biologa e direttrice del laboratorio di genetica di ProCrea. In più, le analisi genetiche consuete cui la donna si era sottoposta non avevano rilevato particolari fattori fuori norma. La scelta è stata quella di approfondire un aspetto importante della gravidanza: «La coagulazione, fattore che spesso è legato all´aborto spontaneo -prosegue Filippini-. E qui, gli esiti degli esami hanno mostrato delle mutazioni su quattro fattori dei cinque analizzati». La visita da un ematologo, collaboratore di ProCrea, ha confermato i primi sospetti: occorreva rendere il sangue più fluido al fine di evitare la formazione di microtrombi che ostacolano la gravidanza. La cura ha avuto effetto nonostante il nono aborto spontaneo avuto nel periodo. Prosegue Filippini: «La gravidanza è andata bene; il bimbo alla nascita pesava 3,700 kg: un peso importante, soprattutto considerando il fatto che i problemi di coagulazione possono provocare microtrombi ed influire così sullo sviluppo del feto».
Infertilità o difficoltà nell´arrivare ad una gravidanza non sono così rare. «Si stima che circa il 15 per cento delle coppie in età fertile abbia problemi di infertilità», precisa Jemec. «Molte di queste non sanno neppure di avere dei problemi. Se ne accorgono quando cercano una gravidanza e questa non arriva». Se la prevenzione è un primo passo importante, davanti a situazioni problematiche occorre trovare la strada più corretta per risolvere le difficoltà. «Non esiste infatti un´unica cura capace di risolvere tutti i problemi. Esistono però una serie di percorsi che possono portare ad individuare il trattamento più corretto per arrivare alla maternità», ricorda Jemec. «E non sempre è necessario passare da una fecondazione in vitro». Infatti, infezioni e aspetti immunologici sono alcuni degli elementi che possono ostacolare una maternità. Ricorda il medico: «Talvolta i controlli alle tube, organi estremamente delicati, non hanno solo scopo diagnostico, ma anche quasi terapeutico. Inoltre, occorre non dimenticare che il sistema immunitario della donna può vanificare ogni tentativo di gravidanza. Ogni caso è a sé stante e deve essere valutato con un approccio esteso. Desiderare la vita è il primo passo; la medicina può aiutare facendo delle analisi approfondite e individuando un percorso di cura il più possibile personalizzato, ma la voglia di diventare genitori è sempre al primo posto».