L´ alimentazione al centro del cambiamento

L´ alimentazione al centro del cambiamento

Salute, gusto e impegno personale

Da una ricerca realizzata da Future Concept Lab per Galbusera sono emerse alcune considerazioni interessanti in tema di “salutismo”. Sono state raccolte diverse  opinioni e comportamenti sulla cultura alimentare, con un focus su questo tema e si sono esplorate quattro macro aree di interesse degli italiani per la sana alimentazione, per indagarne il peso e l’impatto nel contesto attuale:
–  i valori e i comportamenti in trasformazione
-  l’informazione, la conoscenza dei principi nutrizionali e la nuova agenda dei pasti
-  i prodotti da forno salutistici: percezione e consumo
-  il Percorso Salute.

L´ alimentazione al centro del cambiamento

L’interesse per una sana alimentazione, che vede una più accurata scelta di ciò che si mangia e una più attenta valutazione dei principi nutrizionali degli alimenti (72,6% dichiara di essere informato sui valori nutrizionali) ha un peso significativamente maggiore rispetto anche a solo qualche anno fa. Il 55% del campione dichiara infatti di essere oggi molto più attento al tema della salute degli alimenti e il 29,8% afferma di esserlo sempre stato. Resta dunque esclusa da queste tematiche una parte residua della popolazione.

L´ alimentazione al centro del cambiamento

Parallelamente al capovolgersi delle priorità nella quotidianità degli italiani, dove “la moda” si colloca
all’ultimo posto (11,4%), il coinvolgimento per il semplice essere in forma e di bell’aspetto, ancora
importante (36%), ma in secondo piano rispetto a un più vitale impegno verso la cura di un benessere
salutare, la ricerca evidenzia che tale gerarchia vale per una larga parte del pubblico italiano. Non si tratta più di élite (culturali o di classe economica), né di avanguardie (i trend setter), ma di un vasto pubblico trasversale per sesso ed età, per area geografica e dimensioni del centro di residenza.
Ma cosa significa “mangiare sano, mangiare bene” per i nostri connazionali?
Ciò che si ritiene fondamentale è la qualità degli ingredienti, la loro origine e salubrità, garanzia di gusto oltre che di salute.
Il 53% degli italiani dichiara di considerare molto importante il ruolo degli ingredienti; appare inoltre
significativo l’orientamento verso una precisa consapevolezza che il cibo (se troppo, non corretto, non
curato nella preparazione…) può incidere sul proprio benessere generale (“quello che si mangia non deve far male” è un’affermazione che raccoglie il 47,2% di massimo accordo). Il ruolo degli ingredienti e delle materie prime e l’attenzione alla loro qualità risulta un processo di progressiva presa di coscienza degli effetti sul corpo e sulla qualità della vita. Si evitano così, consapevolmente, ingredienti ritenuti potenzialmente dannosi come gli zuccheri, i grassi (38,8% molto d’accordo) gli OGM (il 48,4% circa del campione è ancora radicalmente contrario a questi ultimi).

L´ alimentazione al centro del cambiamento

Emerge inoltre una precisa presa di posizione etica nei confronti della sana alimentazione: essa
simboleggia ciò che oramai viene ritenuto giusto fare con un personale impegno, senza scorciatoie di
delega alla “legislazione”, alle “aziende”, a qualcun altro. La grande maggioranza degli italiani dichiara, così, “di stare tutti i giorni attenti a ciò che si mangia” (86,2%), che una alimentazione attenta “è un dovere per tutti” (82,6%) e “una responsabilità delle singole persone” (62%). E che si stia parlando di benessere salutare e non di un semplice essere in forma lo evidenzia l’esigua adesione alla risposta che una sana alimentazione sia “un modo per migliorare il proprio aspetto esteriore”: 9,8%.
Cosa si fa e quali fattori si prendono in considerazione nello scegliere i prodotti alimentari? Dalle risposte degli intervistati emerge innanzitutto una precisa consapevolezza del cambiamento avvenuto negli ultimi anni: il 43% degli italiani ha dichiarato di avere cambiato il proprio modo di scegliere gli alimenti, principalmente perché più informato (42,4%), quindi perché più attento nella ricerca della qualità (40,2%). La fiducia dei consumatori (verso le marche o verso la provenienza degli alimenti) diventa così una conquista che si rinnova quotidianamente e mai scontata. Prioritariamente dovrà poggiare su parametri di garanzia della salubrità dei prodotti (64%), della loro genuinità (63,6%) e della qualità delle materie prime (59,4%).
La ricerca di informazione continua ad avvalersi dei media più “classici” come la Tv (34,2%) e i nuovi media (internet e il web: 20,8%), ma quando si parla di alimentazione il pubblico intervistato si rivolge a “fonti” ad alto impatto relazionale: il consiglio del “nutrizionista” (41,8%), il personale della vendita (15,2%), le grandi aziende alimentari (13,8%). Informazioni che assumono carattere “formativo” per il ruolo di “esperto” assegnato a coloro che dovrebbero fornire dettagli pratici, corretti, concreti sulla cultura alimentare, gli alimenti, gli effetti di una sana alimentazione.
Nei comportamenti alimentari, praticamente tutti gli italiani di questa fascia d’età confermano la centralità dei due “pasti principali” della tradizione (il 98,8% cena e il 97,8% pranza). Si conferma altresì importante la prima colazione (86%), rito alimentare che ha visto crescere la sua importanza, per il campione intervistato, rispetto a 4/5 anni fa (+5%).
Ma il dato più interessante riguarda “lo spuntino di metà mattina”, abitudine che riguarda il 26,4% del
campione e “lo spuntino di metà pomeriggio” (22%), che vede prioritariamente coinvolti le donne e gli
adulti 40enni. Entrambi questi fuori pasto sono cresciuti rispetto a 4/5 anni fa, in particolare quello di metà pomeriggio (+4%), confermando quell’affermazione per cui si mangia “in modo equilibrato durante tutto l’arco della giornata”, evitando “abbuffate” non salutari.
Lo snack sta ormai guadagnando una sua identità precisa e riconosciuta, anche per un pubblico più adulto (non solo per i ragazzi), sdoganando l’occasione della merenda e dei prodotti ad essa destinati
dall’immaginario di “poco salutare”.
Per quanto riguarda il mondo dei biscotti “salutisti” è interessante registrare il loro sdoganamento sia in termini di gusto (il 69,2% del campione li considera ormai soddisfacenti anche in termini gratificazione palatale, di bontà), sia nella logica di prodotto estesa a tutta la famiglia. Il 59,8% degli italiani li considera quindi adatti a un consumo quotidiano per un benessere generale.
La triade che definisce la gerarchia degli aspetti più importanti dell’alimentazione oggi, trova nei prodotti da forno salutistici, come nella tradizione di Galbusera, una piena aderenza
La ricerca La ricerca è stata realizzata da Future Concept Lab per Galbusera nel mese di ottobre 2010 e ha raccolto diverse
opinioni e comportamenti sulla cultura alimentare, con un focus sul tema del salutismo; si sono così esplorate quattro
macro aree di interesse degli italiani per la sana alimentazione, per indagarne il peso e l’impatto nel contesto attuale:
 i valori e i comportamenti in trasformazione
 l’informazione, la conoscenza dei principi nutrizionali e la nuova agenda dei pasti
 i prodotti da forno salutistici: percezione e consumo
 il Percorso Salute.
Sono state condotte 500 interviste telefoniche ad un campione rappresentativo della popolazione italiana di età
compresa tra i 30 e i 64 anni.
Il disegno di ricerca seguito è così schematizzabile:
‒ unità di indagine: il singolo individuo, con i propri valori, storia personale, comportamenti alimentari
‒ disegno del campione: 500 unità rappresentative dell’universo di riferimento ISTAT, popolazione italiana
compresa tra i 30 e i 64 anni, per sesso (due classi); età (tre classi), regione di appartenenza (4 macro-aree), e
dimensione del centro di residenza (3 city size: grande, medio, piccolo centro).