PEDIATRIA DECAPITATA?

La Federazione Medici Pediatri apre un Forum online in cui si discute dell´ipotesi di limitare la fascia di competenza pediatrica ai 0 – 6 anni

Indignazione, stupore, incredulità, rabbia: questo il clima espresso dalle centinaia di mail inviate da mamme e papà, cittadini e medici al Forum aperto dalla Federazione dei Pediatri di Libera Scelta (FIMP) sul proprio portale on-line in merito all’ipotesi avanzata dalle Regioni di limitare la fascia di competenza pediatrica ai 0 – 6 anni.
La proposta, riceve chiudi la bocciatura senza appello dei cittadini, che si stanno schierando contro l’ipotesi delle Regioni. Il tono dei messaggi ricevuti sul Forum (finora oltre 1800) è drastico: “Sono mamma di due bambini di 21 mesi e 5 anni e sono indignata per questa proposta e con tutte le forze dico no. Alla mia pediatra devo dire grazie a vita, perché ha risolto, grazie alla sua scrupolosità, un problema al rene di mia figlia salvato dopo intervento chirurgico a soli 5 mesi e mezzo di vita. La  salute dei ns figli deve essere tutelata e seguita da medici specializzati. Chi meglio del proprio pediatra lo è?”.

PEDIATRIA DECAPITATA?

E ancora “Ci sono alcuni aspetti veramente pregevoli che caratterizzano il nostro sistema sanitario nazionale e la presenza del pediatra fino a 14 anni è una di queste: perché toglierla? Perché privare le famiglie di un punto di riferimento fondamentale nel percorso di crescita dei nostri figli e nostro come genitori?”.
Tra le tante reazioni che stanno giungendo alla FIMP minuto dopo minuto, anche quella di numerosi medici di base, che puntualizzano l’assurdità della proposta circolata in questi giorni: “Come medico di medicina Generale devo ammettere che la nostra preparazione nel campo pediatrico è purtroppo molto limitata e anche il corso di formazione di tre anni che ci prepara ad essere dei buoni medici di famiglia non è sufficiente a garantire un´altrettanta preparazione in ambito pediatrico. Quindi penso che i bambini dovrebbero restare in cura dal pediatra almeno fino a quando non raggiungano un´età per la quale possano essere considerati “pazienti adulti”.
“E’ una risposta basata su convinzioni reali e ragionevoli. Un messaggio ai tecnici delle Regioni che hanno perso ogni rapporto con la realtà vissuta dell’assistenza sanitaria”, afferma Giuseppe Mele, presidente della FIMP.