Un nuovo alleato contro le coliche del lattante

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Contro le coliche. I fermenti lattici L.reuteri

Nel nostro paese più del 50% dei lattanti soffre di disturbi gastro-intestinali, meglio noti come “coliche del lattante”. A questi disturbi spesso si associano crisi di pianto che rappresentano uno dei problemi più comuni nei primi tre mesi di vita interessando fino al 28% dei lattanti, con forti ripercussioni anche sulla qualità di vita dei genitori.
Fino ad oggi i rimedi utilizzati per affrontare il problema si sono rivelati inefficaci o insufficienti: ora le ricerche condotte dall’equipe del dott. Francesco Savino – Dirigente Medico presso il Dipartimento di scienze pediatriche e dell’adolescenza dell’Università degli Studi di Torino, Ospedale Infantile Regina Margherita – hanno dimostrato l’efficacia dei fermenti lattici vivi L. reuteri nel ridurre la durata del pianto del lattante, una delle manifestazioni più comuni dei disturbi gastro-intestinali del lattante. Dopo tre settimane di trattamento a base di L. reuteri, il tempo medio delle crisi di pianto si riduce fino al 90%.

Un nuovo alleato contro le coliche del lattante

Crisi di pianto in corso: come intervenire?
Da un’indagine online condotta per Nestlé Infant Nutrition sui principali temi di discussione delle 2 milioni di mamme italiane che oggi frequentano il web, è emerso che il tema “pancino” è uno dei più discussi. In particolare, “emerge che il problema delle colichette è affrontato da tutte le mamme con grande frustrazione e stress, afferma Valentina Holzner, Direttore Marketing Nestlé Infant Nutrition, “perché dinnanzi alle crisi di pianto inconsolabile del loro bambino, faticano a trovare soluzioni. I rimedi più conosciuti e utilizzati (naturali, omeopatici, e in alcuni casi principi attivi o farmaci leggeri), si rivelano spesso inefficaci.”
Per quanto riguarda le cause delle coliche, sono state formulate varie ipotesi, ma dopo decenni di ricerche i motivi per cui si verificano non sono ancora chiare. Sicuramente ha un ruolo rilevante l’immaturità fisiologica dell’organismo del lattante. L’apparato digerente non è ancora del tutto efficiente e deve completare la sua maturazione. Tra i fattori coinvolti nei disturbi digestivi del lattante, spesso accompagnati da crisi di pianto, vi sono anche l’alterazione della microflora intestinale, la digestione limitata del lattosio, la ridotta motilità intestinale.
Oltre alle cause organiche, esistono poi fattori legati all’ interazione madre-bambino e all’ambiente familiare: le coliche possono infatti essere più frequenti se i genitori sono inesperti o ansiosi.
Il primo passo per trattare le coliche è quello di rassicurare i genitori, ricordando che non si tratta di una malattia, ma di ” una condizione che è destinata a risolversi nel tempo” , dichiara Paola Romitelli, psicologa, Consulente per il sostegno alla genitorialità. “I genitori dovrebbero dunque imparare a riconoscere il pianto causato dalle coliche, in modo da dare una risposta equilibrata, agendo con calma e senza iperstimolare il piccolo.”
La soluzione per il benessere digestivo: i fermenti lattici vivi L. reuteri
Negli ultimi anni l’attenzione della ricerca si è concentrata soprattutto sul ruolo della microflora intestinale. E’ stato osservato, infatti, che i lattanti con coliche presentano una microflora intestinale diversa, caratterizzata da minore presenza di bifidobatteri e lattobacilli, con differenze tra gli stessi lattobacilli intestinali. Lactobacillus lactis e Lactobacillus brevis, produttori di alcol etilico e anidride carbonica, sono stati riscontrati solo nei lattanti con coliche gassose, mentre Lactobacillus acidophilus è stato evidenziato solo nei lattanti che non presentano questo disturbo: questa diversità di ceppi potrebbe essere coinvolta nell’aumento del meteorismo tipico di tale patologia.
Si è quindi ipotizzato che la somministrazione di fermenti lattici probiotici possa alleviare i sintomi delle coliche e quindi favorire il benessere digestivo del lattante.

Un nuovo alleato contro le coliche del lattante

Le ricerche condotte , afferma Francesco Savino, si sono concentrate sul Lactobacillus reuteri, una delle poche specie di Lactobacillus endogene del tratto gastrointestinale, talvolta riscontrato anche nel latte materno. Di particolare interesse sono i risultati di un nuovo studio che abbiamo effettuato presso il nostro Dipartimento su lattanti affetti da coliche: mettendo a confronto 2 gruppi di bambini allattati al seno, di cui uno ha ricevuto per 21 giorni L. reuteri, e l’altro un placebo, si è potuto constatare come la supplementazione con L. reuteri sia particolarmente efficace, migliorando significativamente la sintomatologia già a partire dal settimo giorno di terapia, con una riduzione della durata media di pianto di circa il 75% (da 370 a 95 min/die). Lo stesso andamento positivo è stato osservato dopo la seconda e la terza settimana, a dimostrazione dell’efficacia della terapia con L. reuteri nel ridurre significativamente non soltanto la durata, ma anche l’intensità e la frequenza delle crisi di pianto. Dopo tre settimane di trattamento, il tempo medio delle crisi di pianto nel gruppo di lattanti trattati con L. reuteri, era ridotto del 90%. Al contempo è stata confermata anche la piena sicurezza e tollerabilità dei fermenti lattici da parte dei neonati.”
Fino ad oggi il L. reuteri è stato utilizzato sotto forma di integratori, soprattutto nel lattante già affetto da coliche. “Tuttavia, viste le sue proprietà, può essere utilizzato in generale per garantire il benessere digestivo del bambino, perché grazie alla presenza dei lattobacilli favorisce una microflora più fisiologica”, aggiunge Savino.
Il latte materno è il modello di riferimento
Il modello ottimale dal punto di vista della nutrizione infantile prevede l’allattamento esclusivo al seno fino a sei mesi e, in un secondo tempo, l’aggiunta di alimenti che integrino gli apporti di nutrienti essenziali per la crescita.” , dichiara Giuseppe Banderali, Vicedirettore Clinica Pediatrica Ospedale San Paolo, Università degli Studi di Milano, “Gli effetti favorevoli dell’allattamento al seno sono infatti numerosi: dalla prevenzione delle condizioni di sovrappeso ed obesità al mantenimento di valori di pressione arteriosa e di colesterolemia più bassi nell’età adulta, dalla prevenzione dei sintomi e/o della malattia relativi alla celiachia all’associazione con valori di quoziente intellettivo e/o performance neuro comportamentale più elevati nella giovinezza. In conclusione, l’allattamento al seno svolge i suoi numerosi benefici, soprattutto in considerazione del suo essere, più che un semplice alimento, un vero e proprio sistema biologico.”