Che cos’è l’autismo

Che cos’è l’autismo

Autismo: una parola che fa paura all’ignoranza

Disturbo pervasivo dello sviluppo

Sempre più spesso ai giorni nostri ci avviciniamo alla scoperta di terminologie mediche che ci informano dell’esistenza di patologie nuove, malattie di cui non sapevamo nemmeno il nome, di diversità a livello genetico e molto altro.
L’autismo non è nulla di tutto ciò. Che cos’è l’autismo?
Innanzitutto non è una malattia ma un neurodiversità, un modo diverso di essere e svilupparsi nella crescita. Non va curata, come molti pensano, bensì orientata, per insegnare cosa è corretto e cosa no, cosa va enfatizzato e cosa invece bisogna contenere, come spesso capita, con i comportamenti.
Una volta una cara amica di nome Barbara, mamma di una bimba autistica ad alto funzionamento, mi diede una definizione che mai nessuno seppe descrivere meglio per illustrarmi che cosa fosse l’autismo:
“L’autismo è questo: immagina, il nostro cervello, come se fosse una grande bosco dove stanno nascendo degli alberelli. Nel cervello di un piccolo bimbo neuro tipico questi alberelli crescono, sia nel lato destro che sinistro, tutti alla stessa altezza: nel cervello di un bimbo neuro diverso, autistico quindi, questi alberelli crescono in maniera differente, magari molto alti da un lato o in determinati punti, e in altri, restano piccini, causando in lui, quelle eccellenze e quegli scompensi, che caratterizzano questa neurodiversità”.

Che cos’è l’autismo

L’origine della neuro diversità

Che cos’è l’autismo? Nei primi anni di vita di un bambino, capita di sentire questa parola sempre più spesso, forse perché i casi di bimbi che presentano tratti rientranti nello spettro autistico sono in crescita, o forse semplicemente perché grazie a internet e si ha modo di essere a conoscenza delle cose, la parola corre veloce, e si diffonde tra le persone in maniera esponenziale a differenza dei tempi passati.
Se scriviamo su un motore di ricerca qualsiasi, la parola “autismo”, ci escono migliaia di pagine, moltissimi siti su cui andare a scoprire sintomi, segnali e cause.
In realtà, non è così semplice nulla di tutto ciò. La cosa fondamentale che un genitore deve sapere, è che ogni bambino, NT o ND (neuro tipico o neuro diverso) presenta un range di sviluppo, e determinate tappe da raggiungere, in più o meno tempo, ma secondo dei criteri che non cambiano come il camminare, parlare e giocare: devono farlo, chi prima e chi dopo.

Che cos’è l’autismo

Il rapporto coi genitori: nessuna influenza sull’autismo

Può capitare che ci siano bimbi molto affettuosi, bimbi piuttosto solitari e presi dalle loro cose, dai loro interessi, bimbi mammoni sempre attaccati alla gonnella di mamma, e bimbi che stanno con chiunque, insomma, ogni bimbo è davvero a sé. Il rapporto con i genitori in questo influisce moltissimo: generalmente un bambino che sta unicamente con la mamma fino a che non si stacchi per andare all’asilo, presenta un grande attaccamento, che gli causa notevole stress ai primi stacchi. Tutto normale. È crescita e sviluppo.
Oppure, bimbi abituati fin da piccini a stare in maniera variabile con zii, cugini, nonni e amici, crescono più estroversi, più spigliati. In nessun modo però un genitore può influire sulla neuro diversità del proprio figlio: il bambino autistico è tale per una sua neuro diversità, e non perché ha la mamma troppo apprensiva, o perché il papà è poco presente.
Che cos’è l’autismo? È un modo di essere, una differenza di “linguaggio della mente”, che non si può instaurare per mancanza o troppo affetto. C’è e basta, è presente e se trova il terreno giusto esce allo scoperto, per chissà quale motivo, questo ancora non si sa.
A cura di Valentina Grilli